LETTERA "V"

Glossario Sanscrito Fondamentale Enciclopedico

 

Vac: parola, verbo, voce. La parola sacra, creatrice dei mondi.

 

Vahana: lett. 'veicolo, ciò che porta, quello che tira'. E' il mezzo di trasporto delle divinità. Indica l'essere, in genere un animale o di un'entità mitica.

 

Vaikuntha: l’universo spirituale, lett. 'privo di angoscia'.

 

Vairagya: lett. ‘distacco emotivo’, rinuncia, non attaccamento agli oggetti dei sensi, conseguente all’evoluzione spirituale. Virtù essenziale nella pratica dello Yoga (cfr. Bhagavadgita VI.35).

 

Vaisheshika: uno dei sei sistemi del pensiero classico indiano: la Fisica. Fu fondato da Kanada. Si basa sulla teoria dell'atomo.

 

Vaishnava: la tradizione vaishnava, di fede monoteistica (monoteismo polimorfo), è la maggiore delle tre grandi tradizioni religiose indiane (le altre due sono la Shakta e la Shaiva). Risalente all’antichità pre-storica, essa s’impernia sulla bhakti, la devozione amorosa del devoto a Dio, Vishnu-Krishna (da cui il termine vishnuita o vaishnava) o alle Sue manifestazioni (avatara). Il culto a Vishnu o Krishna, in una delle Loro diverse Manifestazioni divine (avatara), rappresenta la professione di fede di due terzi degli induisti contemporanei. Le principali scuole vaishnava sono quelle fondate da Ramanuja, da Madhva, da Vallabha e da Caitanya.

 

Vallabha: eminente maestro vaishnava del XV secolo, fondatore del sistema teoretico del ‘puro non dualismo’ (shuddhadvaita), per il quale anche il mondo, scaturendo dal Divino, è reale come il Brahman.

 

Valmiki: autore del Ramayana e inventore del metro classico indiano noto come shloka, viene considerato il primo poeta (adikavi) della letteratura indovedica.

 

Vamana: uno dei principali avatara di Vishnu-Krishna nell’aspetto di un brahmana nano. Famoso il suo epiteto di Trivikrama, per i tre passi con i quali ripristinò l’ordine nel trimundio.

 

Vamana-purana: il Purana di Vamana, uno dei principali racconti antichi.

 

Varanasi: città santa nota come Benares.

 

Varna: casta.

 

Varnashrama: l'originario sistema sociale, nella tradizione indovedica definito daivi varnashrama-dharma, secondo il quale la società si ripartisce in quattro varna o 'classi sociali' e quattro ashrama, 'stadi di vita'. I quattro varna sono costituiti da brahmana, kshatriya, vaishya e shudra. I brahmana svolgono il ruolo di precettori spirituali (guru), insegnanti e sacerdoti, e rappresentano simbolicamente la testa del corpo sociale; gli kshatriya, prìncipi, guerrieri, politici e amministratori, ne rappresentano le braccia; i vaishya, produttori di ricchezze, fabbricanti, commercianti, agricoltori, sono preposti al mantenimento economico della società, di cui rappresentano lo stomaco e infine gli shudra, prestatori d’opera, lavoratori dipendenti, non essendo capaci di iniziativa imprenditoriale propria, dipendono dai membri delle altre classi e rappresentano le gambe del corpo sociale. I quattro ashrama sono invece costituiti dai brahmacari, studenti religiosi che fanno voto di castità e si dedicano allo studio dei testi sacri sotto la guida del maestro spirituale; dai grihastha, che vivono nell'ambito sociale all’interno della famiglia; dai vanaprastha, coniugi che, dopo la vita matrimoniale, si ritirano dalla società coltivando il distacco e l’austerità; e infine dai sannyasi, che rinunciano al mondo per dedicarsi completamente alla realizzazione spirituale. Nel corso degli ultimi millenni questa suddivisione sociale è stata ideologicamente adulterata, in gran parte proprio da coloro che si ritenevano i depositari della tradizione, cioè gli smarta brahmana (bramani di casta). La loro interpretazione rigida e restrittiva del diritto di nascita (jati), al fine di procurarsi e mantenere privilegi, tra i quali quelli provenienti dal monopolio del rituale religioso, ha fatto degenerare l’intero sistema sociale indiano al punto da ridurlo a strumento di oppressione delle classi più deboli. Questa la situazione che hanno trovato in India i primi studiosi europei a partire dal XV sec. Costoro, confinando il fenomeno all’interno degli ultimi millenni e scambiandolo erroneamente con il modello originario di matrice divina descritto nella letteratura vedica, lo divulgarono in Occidente con il nome di "sistema delle caste".

 

Vasana: nella psicologia indovedica, impressioni mentali inconscie, che muovono l’essere all’azione, provenienti dalle esperienze del recente passato o delle esistenze precedenti.

 

Vastu: scienza dell’architettura indovedica.

 

Vasudeva: manifestazione dell'essere infinito.

 

Vasumdhara: datrice di ricchezze, (la terra).

 

Vata: aria; uno dei tre umori del corpo.

 

Veda: lett. ‘sapienza, conoscenza’. L'insieme delle scritture che la tradizione vedica considera di origine rivelata. "Udita" da antichi veggenti (rishi) in stato d'ispirazione divina, questa sapienza primordiale venne sistematizzata (secondo la moderna filologia fra il 1500 e il 500 a.C., tradizionalmente fra la fine dello dvapara-yuga e l'inizio dell'attuale era di kali, quindi circa 3000 anni a.C.) in quattro raccolte (samhita), titolate Rig-veda (il Veda delle laudi), Sama-veda (il Veda dei canti liturgici), Yajurveda (il Veda del sacrificio) ed Atharva-veda (il Veda degli inni magici). Ciascuna raccolta comprende inni e preghiere (Mantra), libri di esegetica (Brahmana), di meditazione (Aranyaka) e di speculazione introspettiva (Upanishad). Nel complesso della "Rivelazione" sono annoverati anche i Sutra, trattati in prosa aforistica relativi alla spiritualità, alla religione, al sacrificio ed alle diverse branchie del sapere fisico e metafisico.

 

Vedanga: lett. ‘membra del Veda’, il termine si riferisce alle sei scienze accessorie in appendice al Veda:

1) Shiksha = fonetica;

2) Chandas = metrica;

3) Vyakarana = grammatica;

4) Nirukta = lessicologia;

5) Jyotisha = astrologia;

6) kalpa = cerimoniale.

 

Vedanta: lett. ‘fine del Veda’, il termine designava originariamente le Upanishad, che costituiscono l’ultima parte delle Vedasamhita. In seguito, nome di uno dei sei Darshana, denominato anche Uttara-mimamsa. Questa visione tradizionale della Realtà, che si fonda sulla speculazione introspettiva delle

Upanishad, è costituita da tre principali correnti filosofiche:

1) Advaita-vedanta (non dualismo), codificatore Shankaracarya;

2) Vishishtadvaita-vedanta (monismo con distinzioni), codificatore Ramanuja;

3) Dvaita-vedanta (dualismo), codificatore Madhva.

 

Vedanta-sutra (cfr. Brahma-sutra e Prasthanatraya): lett. Aforismi sul Vedanta’ conosciuti anche come Brahma-sutra Aforismi sul Brahman’, tradizionalmente attribuiti a Badarayana e unanimamente considerati la conclusione più elevata della logica speculativa upanishadica.

 

Vedanta vaishnava: tra i sei sistemi del pensiero classico indiano (Shad Darshana) una delle scuole che ha avuto maggior sviluppo è quella del Vedanta, la quale comprende sia l’interpretazione personalistica o vaishnava che quella impersonalistica o advaitavada. La scuola del Vedanta vaishnava insegna un monoteismo in cui Dio, Vishnu-Krishna, è venerato come suprema Persona divina colma di amore e di misericordia. Questa scuola analizza approfonditamente la natura di Dio (Isvara), dell’anima individuale (jiva), del tempo (kala), della materia (prakrti), dell’azione (karma) e delle loro reciproche relazioni.

 

Veda-samhita: le quattro ‘raccolte della Sapienza rivelata’. Cfr. Veda.

 

Vibhuti: cfr. siddhi.

 

Vidhi: regola.

 

Vidya: ‘scienza’; scienza del sapere spirituale; conoscenza spirituale. Le Upanishad distinguono tra scienza superiore (scienza dell’atman) e scienza inferiore (scienza dei riti).

 

Vikarma: azione scorretta, che allontana il suo autore dagli stati di coscienza più elevati (cfr. Bhagavad gita IV.17-18).

 

Vikarmin: colui che agisce animato da natura rajasica.

 

Virya: virilità, energia, vitalità.

 

Vishnu: lett. ‘Colui che pervade e sostiene ogni cosa’, è uno dei nomi principali che indicano l’Ente supremo, il glorioso Signore dei mondi. Già variamente rintracciabile nella letteratura Shruti (per es. nello Shatapatha Brahmana, testo esegetico dello Yajurveda bianco, viene assimilato allo yajna, il sacrificio), Vishnu rappresenta nella Trimurti il divino Custode del Sattva e il Conservatore della creazione. A Lui s’ispira la tradizione vaishnava.

 

Vishesha: individualità dell'atomo.

 

Vishishta-advaita: nome della scuola fondata da Ramanuja nota come filosofia del monismo qualificato o, come vuole il suo significato letterale, del ‘non dualismo con distinzioni’, secondo la quale, benché ogni cosa sia connessa a Dio, vi sono differenze reali tra il Creatore, le anime e il creato. Rappresenta una delle tre correnti del Vedanta.

 

Vishvambhara: nome di Vishnu che significa ‘sostegno dell'universo’. E' il primo nome di Caitanya.

 

Vishuddha: il quinto loto o chakra e si trova nel Sushumna dietro la gola.

 

Viveka: discernere il vero dal falso.

 

Vivekananda: grande advaitista indiano, fondatore dell'Ordine di Ramakrishna.

 

Vrata: voto sacro.

 

Vrindavana: villaggio pastorale situato nel distretto di Mathura, sulle rive del fiume Yamuna, dove Krishna trascorse infanzia e adolescenza.

 

Vrshni: cfr. Yadava.

 

Vritti: vortice nella sostanza mentale o Chitta. Attività mentale.

 

Vyakarana: ‘grammatica’. Uno dei Vedanga.

 

Vyana: correnti nervose che attraversano tutto l'organismo fisiologico.

 

Vyasadeva: il più grande dei saggi, lett. il 'divino sistematizzatore’. Conosciuto come Dvaipayana, 'nato sull'isola', a motivo della sua nascita avvenuta su di un'isola della Yamuna, o semplicemente come Vyasa, la tradizione indovedica gli attribuisce la compilazione del Mahabharata e dei Purana, oltre alla sistematizzazione del Veda originario nelle quattro Vedasamhita (ivi comprese le diverse parti della sapienza rivelata quali Mantra, Brahmana, Aranyaka, Upanishad, Sutra).

 

Vyoma: atmosfera.