LA MEDITAZIONE - LO YOGA OLTRE LA MEDITAZIONE - IL MISTERO DEL SILENZIO

Antar Mouna - Silenzio Interiore
Antar Mouna - Silenzio Interiore

Non dite: "Domani mediterò più a lungo. " Improvvisamente vi accorgerete che è passato un anno senza che abbiate messo in pratica le vostre buone intenzioni. Dite invece: "Tutto può aspettare, ma la mia ricerca di Dio non può aspettare".

Paramahansa Yogananda - "Sayings of Paramahansa Yogananda"

 

Che cos’è e che cosa non è la meditazione

La definizione di meditazione è: il processo attraverso il quale siamo in grado di contemplare l’Unica Realtà (la nostra natura dell’anima) per comprenderla. Meditare non è sinonimo di autoipnosi e autosuggestione e non significa pensare, ricordare eventi passati o tentare di risolvere i problemi. Non c’è bisogno di essere confusi. La meditazione è il tempo che abbiamo a disposizione per rimanere in uno stato di coscienza chiaro e consapevole. Dopo la meditazione, se lo desideriamo, possiamo pensare, pianificare, esaminare le nostre relazioni nel mondo in cui viviamo e risolvere i problemi. Se per prima cosa non meditiamo, utilizzeremo il nostro tempo tranquillo al livello della coscienza umana, dove esistono problemi e impegni. Ogni meditazione, fatta in modo appropriato, è un’esperienza trascendente. Se non trascendiamo la mente e la nostra natura emotiva, non abbiamo meditato correttamente. Qualcuno può chiedere: qual è la tecnica di meditazione migliore? La risposta è: quella che chiarisce con maggior efficacia mente e coscienza. Possono essere utili: preghiera, attenzione focalizzata sul respiro, flusso interiore dell’attenzione e ascolto di un mantra (suono interiore). Si può anche meditare senza tecniche, facendo semplicemente fluire l’attenzione sulla chiara consapevolezza. Tecniche e metodi sono procedure preliminari. E’ dopo esserci rilassati e liberati dall’identificazione mentale, che possiamo meditare correttamente. Gli otto passi (Ashtanga Yoga) da fare per avere successo (Sadhana-nel percorso spirituale), secondo il sistema del Raja yoga, sono: comportarsi correttamente nel mondo in cui viviamo (Yama), osservare le discipline, studio, autocontrollo, meditazione e vivere secondo la volontà di Dio (Niyama), postura appropriata (Asana), controllo della forza vitale (Pranayama), interiorizzazione dell’attenzione (Pratyahara), concentrazione (Darana), meditazione pura (Dhyana) e realizzazione (Samadhi). Notate gli ultimi tre stadi: concentrazione, meditazione pura e realizzazione (Samyama). Alcuni insegnanti istruiscono: concentrazione, autosuggestione e identificazione. Questo insegnamento non è compatibile con la vera procedura di meditazione. Concentrazione significa: attenzione focalizzata. Meditazione pura significa: flusso diretto in maniera ferma verso l’oggetto della concentrazione. Realizzazione significa: muoversi nel chiaro livello di consapevolezza denominato supercoscienza. L’autosuggestione è un processo mentale e conduce ad una determinata esperienza della stessa natura o ad un’identificazione con un’idea preconcetta. E’ una limitazione, mentre la meditazione praticata in modo corretto conduce alla libertà. Se rammentassimo che meditare correttamente significa muoverci oltre i livelli coscienti della mente, non avremmo la tentazione di utilizzare tecniche di autosuggestione su di noi durante la pratica della meditazione. Esiste una differenza tra la suggestione – o il condizionamento della mente subconscia – e il mantenimento di un ideale durante i primi stadi della meditazione. Per spiegare meglio questo concetto: se si accetta la suggestione della ricchezza, si può credere di essere ricchi, ma si può non sperimentarlo in realtà. Se, d’altro canto, ci si risveglia alla realizzazione della vera ricchezza e ci si mette in sintonia con la Realtà e il flusso della vita, ciò che il mondo definisce come "ricchezza" arriva in espressione nella propria esistenza. Una persona può suggestionarsi di essere una creatura spirituale e questa cosa rimarrà per sempre solo un concetto. La stessa persona può invece risvegliarsi dalla limitazione della coscienza ristretta e realizzare realmente la sua natura immortale. La suggestione può avere il suo posto nei primi gradi di apprendimento, quando stiamo ancora lavorando per regolare i livelli subconsci della mente, ma la vera meditazione consiste nel liberarsi dalla mente stessa. Si arriva al punto dell’obiettività assoluta, dove si rimane semplicemente testimoni di stati di coscienza e attività mentali. A quel punto, non dobbiamo affermare di non essere il corpo o la mente, poiché siamo in condizione di comprendere chiaramente di essere ciò che osserva i processi interiori. Uno dei maggiori problemi che i principianti affrontano, consiste nel fatto che molti di loro sono troppo ansiosi circa i risultati e desiderano vedere segni immediati di progresso. Dopo pochi giorni o settimane si scoraggiano oppure cercano giornalmente (anche sforzandosi) visioni, "rivelazioni", ecc. La mente può produrre qualsiasi cosa si desideri o quasi. A quel punto si diventa coinvolti dalle esperienze fenomeniche e ci si dimentica di muoversi verso l’esperienza trascendente. Si può osservare qualsiasi cosa avvenga durante la meditazione, ma l’atteggiamento deve essere: "Sono interessato solo all’esperienza della pura coscienza". Ciò che va e viene durante la meditazione non è stabile, pertanto deve essere lasciato indietro. Un altro problema è che gli studenti che meditano insieme si raccontano le percezioni interiori. Non è consigliato farlo, perché si tende ad enfatizzare le esperienze passeggere e a dare alle stesse un’importanza che non hanno.

Una pagina da "Lo zen e il tiro con l'arco" Di Eugen Herrigel spiega mirabilmente lo stato meditativo

 

Qui Herrigel parla della concentrazione sulla respirazione e della fastidiosa situazione nella quale, cercando di fare silenzio interiore, centrati sul nostro respiro, affiorano mille pensieri, stati d'animo, sensazioni, elementi disturbanti per la pratica. Ma...

Se, continuando a respirare tranquillamente, si accoglie con serenità ciò che si presenta, ci si abitua ad assistervi da semplici spettatori, sino a che si è finalmente stanchi dello spettacolo. Così si giunge gradatamente a uno stato d'abbandono che somiglia a quel dormiveglia che precede il sonno. Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita, e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità, si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello. Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente "spirituale". È infatti saturo di vigilanza spirituale e perciò viene anche chiamato "vera presenza dello spirito". Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perché non si appende a nessun luogo particolare. E può restare presente perché anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità. Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito può ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perché è libero, e aprirsi a tutto perché è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro.

È perciò con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte.

DIO E' QUI ORA di Swami Chidananda Maharaj - Divine Life Society -Rishikesh - India

Irradiante Atman! Amati e benedetti figli del Divino. Possiate risiedere sempre nella grazia del Divino e possa la Sua pace, gioia e luce essere sempre con voi. Tutte le anime ricercatrici sul sentiero spirituale cercano di comunicare con l'Essere Universale, con il Divino, con Dio ogni giorno come parte della loro pratica spirituale. E la maggior parte di loro, nel loro sforzo di comunicare con Dio, praticano la meditazione quotidiana; meditazione la mattina e meditazione la sera. Tutti coloro che così praticano la meditazione hanno sempre un problema, che è un problema di tutti. E' un problema che noi tutti condividiamo: la mente vagabonda. Non riesce a fissarsi. Così, come fare? Sembra che non riesca a concentrarsi. E' difficile concentrare la mente. Qualche volta la meditazione è molto bella e va avanti scorrevolmente, ma altre volte non c'è possibilità di controllare la mente. Qual'è il modo di riuscire? Queste sono domande che mi vengono poste molto spesso. Come concentrare la mente? Perché ci si distrae così facilmente? Com'è che non sono capace di concentrarmi anche se sto meditando da così tanti anni? Questo è un problema universale. Infatti, tutti vogliono comunicare con il Divino e tutti cercano di praticare la meditazione in uno sforzo di comunicare con Lui, e ancora, tutti sembrano essere sempre in difficoltà. C'è qualcosa che si può dire su questo? Si e no. Si, perché c'è qualcosa che può essere detto, e no, perché piuttosto che dire qualcosa, c'è qualcosa che si può fare per questo. Innanzi tutto noi tutti abbiamo letto molti libri spirituali, così discutiamo su Dio, filosofiamo su Dio, sviluppiamo nozioni su Dio ed ascoltiamo molte su di Lui. E, sempre più, ascoltiamo il concetto che "Dio è qui ora!". Dio è qui ora. Questo sembra completamente logico e corretto perché abbiamo udito che Dio è Onnipresente Onnipervadente. Se Egli è infinito, senza limiti e confini, allora deve essere dappertutto. Noi dobbiamo riconoscere questo e infatti non lo "disconosciamo", così diamo a ciò una tacita accettazione sperimentale che fa sì che esitiamo a dubitare di questo. Egli deve essere presente, ma come è presente non lo sappiamo. "Io non ho alcuna sensazione della Sua presenza. Non ho l'esperienza della Sua presenza. Nella mia mente può darsi che io dica: 'Si, Egli è presente'. Ma per me è solo un pensiero e io voglio renderlo più tangibile". Per rendere Dio più tangibile, le scritture cercano sempre di aiutarci. Esse ci dicono molte cose su Dio, ci danno molti esempi e riportano molti avvenimenti per dimostrare la vicinanza di Dio, l'Onnipervadente realtà dell'Onnipresenza di Dio. Ma ancora, e dopotutto, molto dipende dalla vostra mente e dal modo in cui accettate le cose che leggete nelle scritture. Come ulteriore passo avanti, grazie alla realtà moderna, noi possiamo anche ascoltare lezioni e conferenze su Dio. Ascoltando parlare di Dio da una persona, ciò rafforza qualsiasi cosa abbiamo letto nelle scritture e nei libri spirituali sulle esperienze di precedenti mistici di tempi passati. Così i nostri sentimenti cominciano a cristallizzarsi ed a prendere una qualche misura o grado di definizione, di tangibilità. Ma noi dobbiamo continuare a mantenere questa definizione, perché se non lavoriamo per conservare questo sentimento sempre più definito, sempre più cristallizzato e tangibile, lo perdiamo. Questo sembra essere un bel concetto, ma occorre del lavoro per trasformarlo in un sentimento interiore. Questo sentimento, questo fatto, questa verità che ci è stata dichiarata, è la prima cosa che dovete invocare quando vi sedete per la meditazione. Quando entrate nella vostra stanza di meditazione, chiudete la porta, accendete l'incenso o una candela e cantate OM. Poi, e prima di tutto, dovete espellere dalla vostra mente la presenza di tutto. Nulla esiste. Non c'è nulla. Lasciate cadere tutti i pensieri. Dovete pensare, agire ed affermare che: "Dio è qui ora! Io sono di fronte a Lui. Noi due siamo qui insieme. Null'altro esiste se non il fatto che io sono qui e Dio è qui. Oh Signore, possa io meditare su di Te. RivelaTi a me. Fammi sentire la Tua presenza. Assorbimi in Te. Possa essere riempito di Te. Dio è qui. Dio è qui ora, e questo solo è il fatto. Non c'è nient'altro". Aggrappatevi a questa verità e dimorate in Lui. Sentite che c'è solo questa UNICA COSA e niente altro. "Questa è la sola unica verità. Io e Dio davanti a me, divinamente raggiante, misericordioso, pieno di luce, tutto bellezza, che dispensa compassione,grazie e luce su di me, che mi abbraccia nel Suo amore. Io sono ai Suoi piedi, Suo figlio, Suo servo. Egli è il mio tutto in tutto". La comunione devono essere così stabilita sulla base di questa grande verità. Poi potete procedere con la reale sensazione di appartenere a Lui in una relazione tangibile. "Egli è per me il mio tutto in tutto, il mio più prezioso tesoro, la mia più grande ricchezza. Egli è il mio sostegno, la vita della mia vita". Qualsiasi pensiero che cerca di distrarre, di portar via il pensiero di Dio, dovrebbe essere istantaneamente demolito come un mito, un nulla non esistente, di nessun valore, una immaginazione della mente. Non dategli alcuna credenza, perché Dio è l'unica vera Realtà. Egli esiste. Egli è la Realtà. In questo modo, la vostra meditazione dovrebbe essere costruita intorno alla potente realtà della presenza di Dio qui ed ora. "Non c'è il tempo, l'eternità è presente. Non  c'è lo spazio, l'infinità è presente. Non ci sono limiti, Dio solo è qui e io sono benedetto a comunicare con Lui". In questo modo innalzatela vostra coscienza in una differente dimensione dove null'altro esiste eccetto Dio e Dio soltanto. Così vedrete che questo concetto metafisico della onnipresenza di Dio non è semplicemente una questione di credere o aver fede, ma è una reale necessità della pratica della comunione con Dio nella meditazione, per portare nella vostra coscienza un più grande senso della Realtà dell'Essere Supremo. E' quindi di grande importanza che affermiate questa verità quando sedete per la meditazione quotidiana, facendo di ciò la base per sentire la presenza di Dio e per dirigere e focalizzare su di Lui la vostra mente. Allora troverete che il potere delle altre cose di distrarvi si riduce e che il potere di Dio di trattenere la vostra attenzione, di assorbirvi completamente, di attirarvi potentemente vicino a Lui, è rinforzato. Voi diventerete più consci di dio e meno consci di qualsiasi altra cosa. Questo è come dovrebbe essere. Quindi raccomando a voi tutti questo approccio. Iniziate la vostra meditazione, dopo esservi seduti ed aver acceso l'incenso, affermando potentemente questa grande verità: "Dio è qui, Dio è ora. Dio è qui ora. Lasciami diventare totalmente assorbito in Te e centrato sulla Tua presenza qui ed ora".

Dio vi benedica.

 

Bibliografia tratta da "God is here now" Edizioni Porpora - Assisi