SHATKARMAN o SHATKRIYA

SHATKARMA - TECNICHE DI PURIFICAZIONE DELL'HATHA-YOGA  

 

HATHA YOGA PRADIPIKA (sutra 2:21 - Svatmarama) 

"Quando il grasso o muco è eccessivo, gli shatkarma, o sei tecniche di purificazione, devono essere praticati prima (del pranayama). Gli altri, in cui i dosha (cioè flemma, vento e bile) sono equilibrati non ne hanno bisogno". 

Le pratiche di Hatha-Yoga, non consistono solamente in Asana (posizioni) e Pranayama (tecniche che fanno espandere l’ energia attraverso il respiro) come siamo spesso abituati a credere in occidente. In accordo con la tradizione, prima di praticare qualsiasi forma di Yoga occorrebbe purificare il corpo e la mente dalle tossine e dalle impressioni mentali: queste tecniche sono conosciute con il nome di Shatkarma o Shatkriya.

L'Hatha-Yoga insegna che il corpo e' il mezzo per accedere a un livello superiore di consapevolezza, per cui è necessario rispettarlo e curarlo affinché rimanga in buona salute.

Con la pratica regolare degli Shatkarma, si rimuovono le tossine dall' organismo, si affinano i sensi ed aumentano le difese del corpo.

Shat significa 'sei' e karma o kriya significa 'azione'. Gli Shatkarma sono essenzialmente sei gruppi di pratiche di purificazione.

Gli Shatkarma vengono utilizzati soprattutto per riportare in equilibrio le varie mucose, i tre Dosha (Tridosha) o umori nel corpo: vata-aria, pitta-bile, e kapha-muco. In accordo con l'Hatha-Yoga e l'Ayurveda, uno squilibrio dei dosha ha come conseguenza la malattia.

L’effetto che si prova dopo aver effettuato le

pratiche di Shatkarma è quello di una rivitalizzazione generale a livello fisico, mentale ed emozionale, oltre ad avere una migliore predisposizione alla concentrazione e alla consapevolezza.

In realtà queste pratiche di Hatha-Yoga, nonostante siano semplici pratiche fisiche dove non è necessario alcuno sforzo o controllo mentale, hanno lo scopo di equilibrare le due nadi (o meridiani) principali: Ida nadi collegata alla narice sinistra e Pingala nadi collegata alla narice destra. Il loro equilibrio è lo scopo dell’Hatha-Yoga e si manifesta in piena salute fisica.

I 6 gruppi di pratiche noti come Shatkarma o Shatkriya comprendono più tecniche similari per uno stesso gruppo. Secondo i testi canonici, la Hathayoga-pradipika e la Gheranda-samhita esse sono nell'ordine:

1. Dhauti: una serie di tecniche per la pulizia o purificazione divise in tre gruppi principali: antar dhauti,o purificazione interna, shirsa dhauti o pulizia della testa (tradizionalmente chiamata danta dhauti) e hrid dhauti o pulizia toracica o  del cuore.

Le tecniche interne puliscono l'intero canale alimentare dalla bocca all'ano e si dividono in quattro pratiche:

Varisara dhauti purificazione con l'aqua.

Agnisara o vahnisara dhauti, purificazione attraverso il fuoco digestivo. Esecuzione: In piedi, con le gambe divaricate, leggermente piegate e le mani posate sulle ginocchia. Si effettua innanzitutto una profonda espirazione, vuotando completamente i polmoni, quindi si contrae ripetutamente l'addome all'altezza dell'ombelico contro la spina dorsale. La Gheranda-samhita afferma che l'addome deve essere contratto cento volte, ma è consigliabile limitarsi da principio a 10-30 contrazioni. E' importante notare che solo l'addome è interessato dal movimento: occorre quindi evitare di sollevare le coste ed espandere il torace. Benefici: Questa pratica potenzia il tono muscolare degli addominali, tonifica i visceri, cura vari disturbi dello stomaco (dispepsia acida, alcalina, muscolare e nervosa), e aumenta il "fuoco gastrico" ossìa la capacità digestiva. Accompagnata da una dieta appropriata, cura la stitichezza. Non è però esente da controindicazioni: è infatti da evitare in caso di processi infiammatori acuti dell'apparato digerente, ulcera o eccessivo ingrossamento della milza.

 

Vatasara dhauti, purificazione con l'aria.

  

 Inoltre: 

Bahiskrita dhauti, purificazione esterna.

  

Le tecniche di pulizia della testa, puliscono la bocca, i denti, le orecchie, il capo e si dividono in quattro pratiche:

Danta mula, pulizia della base dei denti.

Jivha mula, pulizia della lingua.

Karna randhra, pulizia delle orecchie.  

Kapala randhra, pulizia dei seni frontali. 

 

 

Le tecniche di pulizia del torace o del cuore, si dividono in tre pratiche:

Danda dhauti, pulizia dell'esofago.

Vamana dhautilavaggio dello stomaco.

Vastra dhauti, pulizia dello stomaco.   

Inoltre:

Mula shodhana, lavaggio del retto.  

 

 

2. Basti: tecniche per lavare e tonificare l'intestino crasso.  

Jala basti, detersione addominale con acqua.

Sushka basti, detersione a secco.

 

3. Neti: pulizia e purificazione delle narici e dei seni nasali

Jala neti, con acqua. 

Sutra neti, con un filo.   

 

4. Trataka: la pratica di fissare intensamente un punto o un oggetto ha lo scopo di aumentare la concentrazione, migliora la vista e induce rilassamento mentale ed emozionale e aiuta a formulare pensieri utili e chiari.

 

 

 

 

5. Nauli o Lauliki: un metodo per massaggiare e rinforzare gli organi addominali, scuotimento dello stomaco.

 

 

6. Kapalabhati o Balabhati secondo Hathayoga-pradipika: lucentezza del cranio, manipolazione del respiro che purifica la regione frontale del cervello: si effettua velocemente l'epirazione o recaka e l'inspirazione o puraka come se fosse un mantice di un fabbro.

Kapalabhati o Balabhati secondo Gheranda-samhita: si divide in tre tipi

Vata krama, respirazione ritmata e intensa a narici alternate a partire dalla sinistra ida.

Vyut krama, aspirare acqua dalle due narici ed espellerla dalla bocca.

Shit krama, succhiare acqua dalla bocca in modo tale da produrre un suono sibilante ed espellere dalle narici.  

  

 

Nella Gheranda-samhita gli Shatkarma costituiscono il primo dei sette "adempimenti" (sadhana) che formano il percorso ascetico dello yogin: nell'elenco che ne dà questo testo dopo il Trataka che occupa il quarto posto, c'è la Lauliki (sinonimo di Nauli) il quinto.

 

 

Note:  

Tradizionalmente le tecniche degli Shatkarma dovrebbero essere apprese solo da chi è stato istruito da un guru ed è autorizzato ad insegnare ad altre persone.

E' essenziale essere istruiti personalmente su come e quando praticare in base alle necessità specifiche di ogni singolo individuo, evitando il

fai-da-te.